LA FILIERA AGROALIMENTARE ITALIANA DISPONE DI STRUMENTI VALIDI
PER DIVENTARE PIU’ COMPETITIVA E SOSTENIBILE?
I PROBLEMI DEL SETTORE AGRICOLO
La popolazione mondiale e la domanda di cibo sono in continua crescita; di conseguenza, le tensioni e i problemi legati alla disponibilità di risorse preziose necessarie per la produzione alimentare (come terra, acqua, sostanze nutritive ed energia) diventano sempre più gravi e impellenti.
Da anni, il consumo di queste risorse supera il tasso di rigenerazione globale.
Per esempio, a causa dell’utilizzo di prodotti chimici per l’agricoltura, della deforestazione e dell’allevamento intensivo, ogni minuto viene erosa o impoverita una quantità di suolo pari a 30 ettari.
Queste condizioni richiedono l’adozione di rapidi progressi tecnologici, metodi di produzione più efficienti e sostenibili, ma anche catene di approvvigionamento più green; d’altronde, circa un miliardo di persone è già cronicamente malnutrito, mentre i sistemi agricoli continuano a degradare terra, acqua e biodiversità su scala globale. (GUARDA QUESTO VIDEO)
È evidente il bisogno di trovare metodi alternativi, sostenibili e affidabili per la produzione alimentare.
Le attuali strategie non sono ecologicamente valide: oltre a non essere orientate alla riduzione e/o al riciclo dei rifiuti, non permettono il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, che includono anche lo sradicamento della fame e della povertà.
TECNOLOGIA + CIRCOLARITA’ = ACQUAPONICA
L’acquaponica, una tecnica che integra acquacoltura e idroponica, mira a diventare una soluzione valida e definitiva per contrastare le sfide dettate da cambiamento climatico, crescita demografica e inquinamento (ne parliamo meglio qui).
Grazie al riciclo di acqua e nutrienti, essa rappresenta un approccio estremamente valido nel settore agricolo, con cui affrontare i problemi planetari e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (vedi sito https://asvis.it/ ).
Un’altra enorme sfida che l’acquaponica può affrontare con successo è legata alla capacità di soddisfare le esigenze nutrizionali della popolazione globale, che si prevede salirà a circa 10 miliardi entro il 2050.
Per sfamare altri due miliardi di persone, la produzione alimentare dovrà aumentare del 50%, nonostante si registri contemporaneamente una continua riduzione della forza lavoro rurale a causa della crescente urbanizzazione.
L’acquaponica possiede tutte le potenzialità per raggiungere
i fondamentali obiettivi del Green Deal europeo,
tra cui la riduzione dei rifiuti, dell’impronta ecologica
e delle emissioni di gas serra.
Uno dei principali vantaggi dell’acquaponica, infatti, è il riciclo delle risorse nutritive: per la crescita dei vegetali i nutrienti derivano direttamente dai mangimi non consumati e dalle deiezioni dei pesci presenti nell’acqua.
Il sistema dispone costantemente di un vivaio di batteri buoni, i quali convertono l’azoto e il fosforo in forme biodisponibili per le piante e mantengono l’ecosistema in perfetto equilibrio. La presenza di questi microbi riduce la necessità di aggiungere gran parte dei nutrienti supplementari, che vengono abitualmente utilizzati nelle unità idroponiche (PER SAPERNE DI PIU’, GUARDA QUESTO VIDEO).
Allo stesso tempo, il riciclo dei nutrienti permette di eliminare il problema dei fanghi di depurazione, di difficile gestione negli impianti di acquacoltura.
In definitiva, rispetto ai singoli sistemi che la costituiscono, cioè idroponica e itticoltura, l’acquaponica offre maggiori possibilità economiche grazie ai profitti derivanti dalla produzione sia ittica, sia vegetale e permette di ottenere significativi vantaggi dal punto di vista ambientale.
Per esempio, l’uso di antibiotici e antiparassitari è assolutamente scoraggiato e controproducente, in quanto può essere dannoso per il microbiota, di importanza cruciale per convertire i rifiuti organici e inorganici in composti utilizzabili per la crescita delle piante nell’unità idroponica; questa necessità implica automaticamente anche il mantenimento costante di un habitat idoneo ad assicurare il benessere dei pesci, evitando loro qualunque forma di sofferenza.
Risulta evidente, pertanto, che l’acquaponica includa tutti i vantaggi dei due sottosistemi produttivi, idroponica e allevamento ittico, e ne superi le problematiche individuali, per dare vita a un ecosistema realmente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e qualitativo.
Le deiezioni dei pesci, responsabili del problema dei fanghi e del consumo di acqua negli impianti di acquacoltura, diventano fonte di nutrimento per un diverso livello trofico: infatti, per il loro sviluppo, le piante necessitano di azoto, che può essere assimilato dalle radici sotto forma di nitrato.
Negli impianti acquaponici, prima di arrivare alle piante, gli scarti metabolici presenti nell’acqua passano attraverso un filtro meccanico e biologico, in cui milioni di batteri nitrificanti trasformano le deiezioni in nitrati.
Quest’acqua ricca di nitrati viene poi convogliata nelle vasche di coltivazione, dove i vegetali assorbono gli elementi di cui hanno bisogno, effettuando una fitodepurazione dell’acqua fino al raggiungimento di condizioni nuovamente ottimali per i pesci.
Le piante, quindi, oltre a rappresentare un prodotto di interesse commerciale, sono la componente chiave per lo smaltimento degli scarti e per la qualità di tutta la produzione.
I pesci, invece, permettono di ridurre (se non addirittura eliminare) l’utilizzo delle soluzioni nutritive per la crescita dei vegetali.
Con questo metodo di produzione non vengono nemmeno utilizzati pesticidi e fitofarmaci, al fine di evitare problemi di tossicità per piante e pesci: per tenere sotto controllo eventuali parassiti, viene utilizzata la lotta biologica.
L’intero processo permette di ottenere un sensibile miglioramento organolettico dei vegetali, un risparmio sui costi, maggiori profitti derivanti da due produzioni distinte, una produzione quantitativamente e qualitativamente superiore, naturale, sicura, ecosostenibile e salubre.